

LA CASA DEL MUTILATO
Motivi della ricerca e della pubblicazione
Dopo la Grande Guerra si rese necessario provvedere agli italiani sopravvissuti allo sterminio di un’intera generazione ma rimasti gravemente offesi nel corso delle battagli. Sorsero così in varie città comitati di sostegno che cercarono di promuovere il reinserimento nella vita civile e nel mondo del lavoro degli invalidi di guerra, e furono erette strutture di accoglienza degli ex-soldati mutilati in guerra.
La Municipalità di Ancona nel 1937 bandì un concorso al fine di edificare una Casa del Mutilato in centro città ; il concorso, nazionale, fu vinto da Angelo Eusebio Petetti (1918- 1957), giovane architetto le cui risorse intellettuali e conoscenze in campo edile gli concessero di presentare un programma di lavoro che bene si inseriva nei canoni dell’edilizia monumentale dell’epoca e nel contesto urbanistico del centro della città .
Costruita in perfetta concordanza con gli scultori chiamati a decorarla, Mentore Maltoni e Anzio Blasi, artisti il cui percorso è ancora da recuperare, nonché con le maestranze che operarono sotto la direzione del Petetti, la Casa del Mutilato si presentava, ancora sino al secondo dopoguerra, come edificio di certa qualità e grande funzionalità ; purtroppo l’uso non proprio al quale è stata adibita degli ultimi decenni del secolo scorso, la scarsa, per non usare termini più forti, attenzione rivolta agli arredi, alle sculture, all’edificio medesimo ha portato il tutto ad uno stato di più che precaria conservazione.
Costituitosi, lo scorso anno, un Comitato Civico per il recupero della Casa del Mutilato grazie all’opera della dott.ssa Alessandra Maltoni dell’Università di Bologna, del quale l’Alma Mater fa parte per volontà del Magnifico Rettore, prof. Francesco Ubertini, è stato aperto un tavolo di trattative con la Regione Marche per procedere al recupero dell’istituto con finalità pubbliche.
Il libro di cui qui si scrive viene dunque ad essere un tassello fondamentale in questo percorso per la giusta restituzione alla città di Ancona di un edificio di valore sia storico che qualitativo architettonicamente e decorativamente. I capitoli in cui è strutturato il volume si riferiscono infatti alla storia della Casa del Mutilato inserendola nel largo contesto di tali istituzioni in Italia, alla sua progettazione e alla decorazione, il tutto documentato da una campagna fotografica ex novo (inoltre nei testi, in bn, saranno inserite immagini dei progetti, disegni delle sculture e foto coeve ai primi decenni della sua vita, per quanto sarà possibile recuperare); il progetto di restauro nonché gli esiti di questo così come sono prevedibili tramite la tecnica del restauro virtuale serviranno a mostrare come diverrà l’edificio una volta portato a termine quanto fortemente sperato dal Comitato Civico per la Casa del Mutilato di Ancona presieduto da Alessandra Maltoni, cui si deve lo sforzo di portare all’attenzione nazionale la questione e, presumibilmente, dalla città intera.
La partecipazione dell’Università si motiva infatti con la presenza, indispensabile nel processo di progettazione del recupero, di docenti della stessa nonché di giovani studiosi cui saranno affidate indagini relative alle diverse personalità artistiche coinvolte all’erezione della Casa e simulazioni di realtà virtuale.


